domenica 1 febbraio 2009

Motivazione del sè

Insegnanti, sempre più spesso nell'occhio del ciclone. Secondo l'opinione pubblica non lavorano, si ammalano, si demotivano. Non sono professionisti. Ma qualcuno si è mai chiesto se loro, i protagonisti di tanta attenzione da parte dei media siano motivati? Siano soddisfatti? Non importa a nessuno, ecco perché non se lo chiedono. Ma a me si, a me importa e me lo chiedo tutti i giorni: io sono motivata? La domanda corretta e pertinente dovrebbe essere: da cosa sono motivata nell'esercizio di cotale professione? Dai miei utenti? E chi sono? Gli alunni o i genitori? O la società tutta? Se sono gli alunni, dovrebbero motivarmi con l'attenzione e lo studio: io do e ricevo in cambio una risposta. Ma tale risposta è sempre meno brillante e sempre meno elaborata. I ragazzi sono figli del fast learning: imparo tutto in fretta e dimentico tutto altrettanto in fretta. La meditazione, frutto dell'impegno quotidiano, è una fatica troppo pesante per essere da loro sostenuta costantemente salvo rare eccezioni. I miei utenti sono i genitori? Lamentele sopprimono l'insegnante più volentoroso e lo distruggono dopo l'ora del colloquio o ricevimento genitori. Quanti genitori hanno motivato l'insegnante dei loro figli? lo hanno spronato a dare di più? Spesso sento mamme che infangano il tal insegnante solo perché ha osato dare un voto negativo al figlio. Non vanno a fondo della questione, giudicano a prescindere. Che mi resta? Lo stato: il mio datore di lavoro? Sono 12 anni che insegno, sono ancora precaria, sono sempre meno pagata in proporzione al caro vita e sono sempre meno considerata e troppo considerata, negativamente! Non mi posso nemmeno ammalare perché secondo Brunetta dovrei andare dal medico dalle 13.00 alle 14.00: l'unica ora d'aria che mi è concessa in caso di malattia. Che mi resta? Mi resto io, con la mia volontà e la mia intelligenza, io che cerco di trovare ancora un senso in questo lavoro che è quasi deplorevole. Io che trovo in me i motivi dell'insegnamento: sono un'insegnante, insegno, cosa? dipende: oggi a stare al mondo, domani Heidegger, dopodomani perché preferire questo o quello, insegnare vuol dire fornire un motivo ad un ragazzo per venire a scuola e questo motivo lo devo trovare in me sennò non arriva nemmeno a lui. In questa dissertazione di filosofico c'è solo l'habitus: la virtù dell'insegnante è svolgere al meglio il proprio lavoro e per farlo deve essere motivata. Credo di aver trovato la soluzione

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Modà ?, ben trovata...tempi duri per voi insegnanti,ahahahah.eros né un dio, né un demone, né un umano.

Anonimo ha detto...

buon week-end Modà. eros in ritiro spirituale,ahaha.

Anonimo ha detto...

ma sei ovunque
Modà