giovedì 1 novembre 2007

Friedrich Cobain

Accoppiata audace? Per molti apparirà tale ma per me no. La stessa impressione sul mondo e la stessa smania di fare, di creare, di dire e di dare. Ma a volte persino gli stessi pensieri. Proviamo a fare un gioco, scriviamo una frase e poi decidiamo se attribuirla a Cobain o a Nietzsche. Eccola: "Il nichilismo è un'ottima base su cui costruire una fondazione di ideali ma non fateci entrare le termiti." Capire chi dei due è l'autore non è facile almeno ad una prima lettura, perché vi è lo stesso intento: il creare dal nulla. Vi è anche lo stesso uso di metafore zoologiche, spesso liriche e per lo più incomprensibili. Ma continuiamo nell'analisi e vi troviamo altre assonanze: il desiderio smodato di dare al mondo se stessi con tutta la passione che questo comporta. Una differenza: Nietzsche ha sopportato meglio il dolore!

domenica 28 ottobre 2007

Il corpo ha vinto

"il corpo è una grande ragione più grande di ogni ragionevole ragione, di ogni coscienza o io o spirito, ma anche di ogni istinto o sentire o volere.....Questo senso superiore è il corpo: un'unità intuibile forse soltanto in quel che abita il corpo e che è e diviene il corpo...
Ma il risvegliato, il sapiente dice: corpo io sono in tutto e per tutto, e nulla al di fuori di questo; e anima è solo una parola per un qualcosa presso il corpo." (VI I 35) fr. postumo

Cosa è immediatamente evidente da questi frammento? Scompare il tema dell'io come ragione e come anima intesa come soggetto (di cartesiana memoria) e parte essenziale dell'io. La parte essenziale dell'io non è più l'anima per Nietzsche ma è il corpo. Il corpo sente, soffre, vive e la ragione è ridotta a mero strumento del corpo, è un giocattolo, scrive Nietzsche della grande ragione che è il corpo. E' come se la ragione fosse piegata alle esigenze del corpo e le sue azioni fossero guidate da esso. Quando soffri, ragioni in un determinato modo, quando stai bene in un altro. Non è la ragione che controlla il corpo ma il corpo che gestisce i ragionamenti, li guida, li modifica. Il sentire tragico della vita è percepito per primo con il corpo attraverso la musica per esempio, è viscerale e poi viene elaborato dalla ragione.
Ho sentito in questi giorni la biografia di Kurt Cobain dei Nirvana che esprimeva bene questo concetto. La tragicità del vivere, la sofferenza dell’essere qui ed ora e o meglio nel suo caso l’insofferenza di accettare una vita dentro gli schemi sociali era sentita dapprima con il suo corpo ed espressa nella sua musica e solo in seguito filtrata dalla ragione ed espressa per esempio nei testi delle sue canzoni. Uccidere il suo corpo era per lui una via d’uscita a questa forza accecante che il corpo ha di sopraffare con un dolore continuo e lancinante che lui sentiva e così è morto. Il corpo ha vinto.