giovedì 20 settembre 2007

Pulp fiction e l'eterno ritorno

Come collegare Pulp Fiction, il film che critica l'America dei fast food e della società random con L'eterno ritorno di Nietzsche? Lo spunto ce lo fornisce il regista stesso partendo dal titolo. Pulp significa: rimescolamento di tempi e di luoghi perché nel film come nella realtà tutto torna e tutto assume un senso solo se guardato in circolo. La vita di un uomo e più in generale il mondo già per gli antichi greci erano significativi se guardati nella loro totalità, nella loro essenza e non certo a pezzi come siamo abituati a fare noi moderni: il corpo, la mente, le sensazioni, le percezioni, le emozioni. Il greco, abituato a definire tutto secondo la forma, ne trovava i connotati essenziali e ne forniva una chiara definizione non perdendosi nei meandri della particolarità. Che la chiave di lettura del mondo contemporaneo sia proprio da trovare nel tema della completezza intesa come circolarità, dove tutto assume un senso se considerato insieme al resto e non singolarmente? Quale è il messaggio che Tarantino ci vuole dare con il suo film? In sintesi potrebbe essere che la storia, la vita, la società propongono dei ricorsi (quindi un ritorno) di tempi e di spazi che si ripercorrono più e più volte: qualcosa che accade in seguito puo' trovare una spiegazione in un fatto avvenuto prima e viceversa. L'eterno ritorno come chiave di lettura del mondo contemporaneo che ha le sue radici nel passato ma che fornisce i germi per spiegare il futuro. Così anche la vita di un uomo: un'esperienza ti segna e ti fa percorrere una strada e una scelta di vita come quella della vendetta o della droga che si vedono nel film ma poi quella stessa esperienza ti fornisce una diversa chiave di lettura che prima non avevi notato (la droga come esperienza di morte nel caso di Mia e la vendetta come apertura al perdono nel caso del sicario, l'attore S.L. Jackson); ancora Nietzsche ci aiuta a comprendere quando sottolinea che l'uomo ha infinite possibilità di scelta che in fondo sono solo infinite interpretazioni, fornitura di senso a ciò che si ha dinnanzi.