domenica 9 dicembre 2007

Il sublime, l'illusione e l'arte

Secondo l'interpretazione di Diego Fusaro per Nietzsche il sublime artistico nel senso kantiano è soggiogamento artistico dell'atroce e si lega al ridicolo che è scaricarsi artistico del disgusto (cioè io sublimo il disgusto e lo faccio divenire arte. Ciò che trovo grottesco nel reale, lo trasformo in espressione artistica e nello stesso tempo poetica e ridicola. Un esempio sublime, parafrasando, di unione di grottesco, ridicolo e atroce si trova ne "La vita è bella" di Roberto Benigni. Il tema della favola là si intreccia con la tragedia e con il gioco che diventa realtà solo alla fine del film, anche se reale e favola sono mischiati fin dall'inizio della narrazione.
Solo la favola intesa come arte per Nietzsche permette di rappresentare il lato tragico, dionisiaco e quindi allegro e orribile della vita.
L'attore può' essere inteso come uomo dionisiaco che cerca il sublime e cerca il riso. Non cerca però necessariamente la verità ma il suo lavoro è un misto fra verità e bellezza (voglio che sia bello e voglio far ridere). Quindi egli cerca la verisimiglianza come diceva Aristotele. Rimane quindi legato a quel concetto di verità come illusione nell'arte proposto proprio nel lavoro di Nietzsche.

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